6 giugno 2018
di Umberto De Agostino
Oggi appare come una strada campestre qualunque, fra risaie e cavi irrigui, ma in realtà si tratta di uno dei percorsi più carichi di storia della Lomellina, già noto ai tempi dell’Impero romano.
È la Via delle Gallie, nota anche come Strada Regia o Pavese.
Sabato la sua storia e il suo collegamento con l’attualità saranno illustrati dal comitato promotore “Ripercorriamo la Via delle Gallie” nel convegno in programma alle 10 nelle ex scuderie del castello di Valeggio. «Questo naturale percorso ciclo-pedonale, di circa 22 chilometri, si snoda tra risaie e pioppeti attraverso i territori di Dorno, Scaldasole, Valeggio, Ferrera Erbognone, Ottobiano e Lomello – spiega Maurizio Angeleri, componente del comitato promotore – La nostra finalità è di mettere a disposizione dei cittadini un percorso didattico-naturalistico schiudendo nuove opportunità di mercato per prodotti e servizi ecosostenibili, e valorizzando l’impegno delle piccole e micro imprese lomelline per accrescere la sostenibilità ambientale». Secondo alcuni storici, la strada era già stata utilizzata dal cartaginese Annibale, quando nel 218 a. C. invase l’Italia. Il tracciato non presentava ancora la massicciata e la lastricatura in pietra tipiche delle arterie consolari, ma da Pavia era comunque la pista rettilinea più breve verso le Gallie, che lasciava ai lati dossi e avallamenti, e traversava i torrenti Terdoppio, Erbognone e Agogna. Proprio da Pavia, dall’attuale quartiere di Borgo Ticino collocato sulla riva destra del fiume, la strada si dipanava verso la campagna lomellina: secondo la ricostruzione del mortarese Francesco Pezza, toccava la località Sabbione per poi arrivare a Carbonara al Ticino e a Dorno (“Duriae). Da qui, sempre in linea retta, proseguiva verso Lomello (“Laumellum”) e Cozzo (“Cuttiae”), dove si divideva in due tronconi: uno diretto a Torino e al passo del Monginevro, l’altro a Vercelli, Ivrea, Aosta e poi ai passi del Grande e Piccolo San Bernardo. Il centro più importante lungo questa direttrice, su cui nei secoli transitarono milioni di soldati, di mercanti e di pellegrini, era Lomello, che gli antichi itinerari indicano come “mansio” (sosta, fermata). In particolare, ne parlano la Tavola Peutingeriana, documento del XIII secolo che riproduce una più antica carta romana, l’Itinerarium Antonini, che individua la strada come un tratto della via di comunicazione da Milano alle Gallie, e l’Itinerarium Burdigalense che segnala “Duriae”, individuata come luogo per il cambio dei cavalli, e “Laumellum”. Di qui passarono nel 355 Elena, sorella dell’imperatore Costanzo II, e nel 590 Teodolinda, regina dei Longobardi diretta a Lomello per sposare Agilulfo. Nel 1893 alcuni tratti della strada romana furono scoperti a Lomello, in località Chiesuolo.