CANDIA LOMELLINA
Cenni storici
Le origini del toponimo “Candia” sono incerte. Secondo l’etimologo D. Olivieri, il termine deriverebbe dalla forma “cannea”, con riferimento ai canneti che si trovavano in loco. Il mortarese F. Moro ritiene invece che il toponimo derivi dal celtico “ham-d”, ovvero “terra estrema”, “bordo”, essendo il paese situato nei pressi del fiume Sesia.
Il territorio di Candia è stato abitato sin da epoca remota. In base alla testimonianza riportata da Leonardo da Vinci nel codice “Leichester”, sappiamo che vicino a Candia è stata ritrovata un’imbarcazione primitiva, emersa dal terreno durante gli scavi di un pozzo [nota].
In epoca longobarda il sito è stato incluso nel Comitato di Lomello. Nel 1163, l’imperatore Federico I lo ha destinato a Gualone Confalonieri, a cui si deve la deviazione di un ramo del fiume che, durante le piene, devastava l’abitato.
Nel XIII secolo il borgo, allora appartenente ai marchesi del Monferrato, è stato più volte coinvolto nello scontro tra Pavesi e Milanesi. Intorno al XV secolo, esso è passato sotto la dominazione dei Visconti e dal 1454 sotto quella degli Sforza, entrando a far parte del ducato di Milano. Successivamente l’imperatore Carlo V ha dato Candia in feudo a Lodovico III di Barbiano, conte di Belgioioso.
Nel 1560 il paese è stato infeudato a Giovanni Arcimboldi, insieme a Valeggio. Nel 1675 gli Arcimboldi si sono estinti e il feudo è stato acquistato dal marchese Gallarati Scotti di Milano, già signore dei vicini Cozzo e Sant’Angelo Lomellina.
Nel 1707 Candia è entrato a far parte del dominio dei Savoia. In seguito alla compartimentazione territoriale sabauda del 1723, il borgo è stato inserito nella provincia di Lomellina, alle dipendenze della prefettura di Mortara.
Col regio editto del 1818, portante una nuova circoscrizione generale delle province de ”regi stati di terra ferma”, Candia è stato messo a capo del mandamento di Lomellina.
Dal 1863 il paese ha assunto il nome di Candia Lomellina.
Nel 1928, il soppresso comune di Terrasa è stato aggregato a quello di Candia, di cui costituisce ancora una frazione.
La Chiesa di San Michele, l'antica parrocchiale
La chiesa di San Michele Arcangelo, primitiva parrocchia del paese, è stata fondata nel 1241 ai margini dell’antico borgo della Peschiera, all’epoca staccato dall’abitato di Candia. La dedicazione a San Michele è un retaggio dei Longobardi, a cui si deve la diffusione del culto del Santo guerriero nei territori da loro occupati.
Successivamente alla sua fondazione, per oltre tre secoli le cronache non hanno riportato nulla sulle vicende né sulle condizioni della chiesa. Una menzione al riguardo è comparsa negli atti della visita pastorale del Cardinal Ferreri, arcivescovo di Vercelli, effettuata il 9 giugno 1571 a Candia. Secondo il prelato, l’edificio si trovava in cattive condizioni ed era così piccolo da non poter contenere tutti i fedeli che, nei giorni festivi, accorrevano ad assistere alle funzioni religiose. Preso atto della situazione, le autorità ecclesiastiche hanno imposto alla nobile famiglia dei Confalonieri, patrona della chiesa, di provvedere alla sua ristrutturazione.
Il nuovo edificio, più ampio del precedente, ha una facciata tardo-rinascimentale a due ordini architettonici, scandita da lesene; il portale, sormontato da un timpano aggettante, riprende il motivo della parte superiore.
L’apparato decorativo interno è di tutto rispetto. Nella cappella dell’Annunziata sono conservati due affreschi realizzati dalla bottega dei Lanino [nota], raffiguranti la Natività e l’adorazione dei Magi. La volta presenta un concerto angelico, mentre nel sottarco si notano i volti dei profeti annuncianti la venuta del Messia. Nella cappella del Rosario si trovano due affreschi di Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo, raffiguranti la presentazione di Gesù al tempio e la fuga in Egitto, risalenti al 1593.
La volta è impreziosita da una ricca serie di simbologie legate al culto della Vergine, mentre i piedritti e il sottarco presentano la teoria delle Sibille e la data di conclusione dei lavori. La firma del pittore, sparita da tempo, è nota solo attraverso le trascrizioni di antichi visitatori. Nel corso della prima metà del secolo XVIII si è proceduto alla decorazione muraria del resto della chiesa, adornata con medaglioni monocromi e con un fregio continuo costituito dai simboli della passione di Cristo.
All’esterno della chiesa, nella lunetta sopra il portale, esisteva un affresco riproducente la “Madonna, San Michele e San Domenico”, realizzato nel 1936 dall’artista candiese Narciso Cassino. Rovinato da una grandinata, l’affresco è stato sostituito nel 1993 da un mosaico riproducente il medesimo soggetto, realizzato sempre dal Cassino.
Santa Maria delle Grazie, l'attuale parrocchiale
La chiesa di Santa Maria delle Grazie è stata costruita verso il 1450 dalla comunità locale.
Essendo più ampia e centrale rispetto alla chiesa di San Michele, con l’andare del tempo è diventata una parrocchia a sé.
Nel 1845 l’edificio è stato sottoposto ad una trasformazione che ne ha modificato la struttura. Dell’epoca precedente sono rimasti quattro pregevoli dipinti: un “Matrimonio mistico di Santa Caterina”, di scuola vercellese, della seconda metà del XVI secolo, presumibilmente della bottega degli Oldoni; una “Pentecoste” di scuola lombarda, risalente alla fine del medesimo secolo; una “Deposizione” di scuola vercellese, dello stesso periodo, probabilmente della bottega di Giuseppe Giovenone il giovane; un “Battesimo di Cristo” della fine del XVII secolo, di scuola genovese. Le lunette a fianco all’altare sono opera di Narciso Cassino, così come il bassorilievo in fondo al coro con la Madonna, Sant’Eusebio e San Domenico e il paliotto con “L’Ultima Cena”.
La cappella di Sant'Anna
L’edificio si trova ai margini dell’abitato di Candia, lungo la strada che portava verso il vecchio porto sul Sesia, situato più a valle rispetto all’attuale.
Secondo un documento settecentesco, conservato nell’archivio parrocchiale, nella cappella veniva celebrata la festa di San Bovo, con la benedizione degli animali e una messa solenne al termine di una processione. Nello stesso luogo era fissata una stazione delle Rogazioni e qui si chiudevano con le celebrazioni in onore di Sant’Anna [nota], la cui immagine è riprodotta in un affresco all’interno dell’edificio. Si ritiene che l’opera sia stata realizzata da uno degli artisti operanti in San Michele alla fine del XVI secolo.
Il Rulìn
Nella piazza principale di Candia, piazza San Carlo, svetta il “Rulin”, una colonna che ricorda il passaggio di San Carlo Borromeo, avvenuto circa due secoli prima rispetto alla posa del monumento. La tradizione vuole che San Carlo si sia seduto a riposare proprio nel punto in cui sorge la colonna e che da lì abbia benedetto il paese per proteggerlo dalle devastazioni del Sesia.
Il Museo Narciso Cassino
Il museo dedicato all’artista candiese Narciso Cassino (1914 – 2003), situato in piazza Bergamasco, è stato ricavato nell’ex Stalla dei buoi, appartenente un tempo al Consorzio agrario. La struttura rurale, sapientemente ristrutturata, ospita sculture, dipinti, bozzetti e utensili che il maestro ha utilizzato per realizzare le sue opere. L’esposizione propone un percorso tra i diversi stili e i diversi soggetti che hanno accompagnato l’artista nel corso della sua lunga carriera, costellata da numerosi riconoscimenti a livello nazionale [nota].
La galleria che segue offre solo un “assaggio” delle opere che si possono ammirare presso il Museo. Per ulteriori informazioni visita la pagina Facebook del Museo Narciso Cassino
Il "Castellone"
Alcuni fabbricati a ridosso della chiesa parrocchiale, tradizionalmente chiamati “il Castellone”, sono ciò che rimane di un fortilizio sorto a difesa della sponda sinistra del Sesia. Le strutture attuali non permettono di ricostruire le caratteristiche del castro originario; sono comunque riconoscibili resti della merlatura, delle basi scarpate e del fregio decorativo perimetrale [nota].
Eventi
Il rogo della Pierina – L’evento in questione, che fa parte del programma del Carnevale candiese, si svolge il martedì grasso. Abbigliati in costume secentesco, gli abitanti del paese rievocano la vicenda di una giovane contadina, Pierina, che durante la dominazione spagnola aveva tramato contro i soldati. Dopo la tradizionale sfilata, i figuranti mettono in scena il processo subito da Pierina; a conclusione di ciò, in via Peschiera viene bruciato il fantoccio simboleggiante la ragazza, condannata al rogo per la sua ribellione.
La festa patronale – La festa patronale, dedicata alla Beata Vergine del Rosario, si svolge la prima domenica di ottobre e il lunedì successivo, con iniziative folkloristiche e culturali.
Bibliografia
Elenco dei testi e/o siti internet di riferimento:
- Bergamo, Storia dei Comuni, frazioni e parrocchie della Lomellina, vol. 1, Pavia, EMI, 1995.
- Castelli, “San Michele e Candia”, in https://www.comune.candialomellina.pv.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/chiesa-di-san-michele
- Castelli, “La cappelletta di S. Anna“, https://www.comune.candialomellina.pv.it/it-it/vivere-il-comune/cosa-vedere/cappelletta-di-sant-anna
- Catalogo della mostra “Leonardo da Vinci. Della natura, peso e moto delle acque. Il Codice Leichester”, Milano, Electa – Elemond Editori Associati, 1995.
- Cavallero, “Il Rulin, storia e tradizione”, Tratto da “’L Rulin” – Foglio D’informazione Candiese – Numero unico – maggio 1973.
- Chiodo, Presenze moncalvesche in Lomellina, in “Viglevanum”, 2012.
- Peloso, “Essenzialità delle forme e leggerezza della materia, Ricordo dello scultore lombardo Narciso Cassino”, in “L’Osservatore Romano”, 6 febbraio 2003.
- https://www.comune.candialomellina.pv.it/it-it/vivere-il-comune/storia